ACADEMIA CRAVATICA e MOSAICO ITALO CROATO ROMA

In collaborazione con Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea Spazio Europa, managed by the European Parliament Information Office in Italy and the European Commission Representation in Italy e Ambasciata della Repubblica di Croazia nella Republica Italiana presentano BUONA KRAVATA A TUTTI!

Performance per la Giornata Mondiale della Cravatta
VENERDI’ 16 OTTOBRE 2015
ORE 18:00

SPAZIO EUROPA
Palazzo Campanari
VIA IV NOVEMBRE, 149 ROMA

– Una performance e un allestimento della mostra storico-didattica itinerante per raccontare al pubblico la storia della cravatta. I pannelli didattici contengono anche alcuni concept artistici ispirati alla cravatta.
– Un documentario che poeticamente racconta e cuce, racconta e fila, questo piccolo grande fazzoletto detto cravatta.
– Un happening per ricordare la “Cravatta intorno alla Croazia”, un progetto artistico di Marijan Bušić.
– Un aperitivo che sa di anice.

Tutto questo per brindare e per festeggiare la cravatta.

Per il sostegno della GIORNATA MONDIALE DELLA CRAVATTA/WORLD CRAVAT DAY.

Indossata originariamente dai soldati per proteggersi dal freddo, la cravatta appare in Francia durante il regno di Luigi XIII.
All’epoca, dei soldati croati sono arruolati dal re di Francia; portano attorno al collo un foulard annodato. Si suppone d’altronde che la parola cravatta (in francese cravate) sia una deformazione della parola croato (in francese croate). Attorno al 1650, la cravatta si installa al collo ed alla corte del re Luigi XIV. Le persone rivaleggiano in audacia ed eleganza, aggiungendo dei merletti e dei nastri di seta. La moda si diffonde in tutta Europa. Indossata dai ricchi e dai dandy, la cravatta ha attraversato i secoli successivi ed i continenti, assumendo nuove forme.

“LA STORIA DELLA CRAVATTA”

Priča o kravati – didaktička izložba

Organizzazione del progetto/ Organizacija projekta: Academia Cravatica Muzej kravate (Museo della cravatta).
Concezione del progetto e i testi/ Koncepcija i tekstovi: Nikola Albaneže.
Coordinamento/ Koordinacija: Koraljka Dilić
Progettazione/Oblikovanje: Koraljka Bubnjić

www.academia-cravatica.hr

Fin dagli albori dell’umanità, l’uomo ha avvertito l’esigenza di legarsi della stoffa intorno al collo, tant’è che anche gli antichi egizi, ad esempio, legavano un lembo di stoffa con il nodo di Iside intorno al collo dei defunti, in segno di protezione.
L’antenata dell’attuale cravatta era una mera striscia di stoffa. I primi ad indossarla, per motivi igienici e climatici, sono stati i legionari romani, stanziati nelle regioni del Nord Europa. Una striscia di tessuto, detta focale, fasciata attorno al collo con un nodo, lasciando penzolare i due capi sul petto, con il compito precipuo di riparare dal freddo.
Indossata originariamente dai soldati con questo scopo, in seguito la cravatta appare in Francia con funzione ornamentale. I francesi adottano questo “fazzoletto”, mutuandolo dai mercenari croati, che lo avevano indossato durante la guerra dei Trent’anni (1618-1648).Esso consisteva in un foulard di lino bianco o rosso, la kravatska (dallo slavo krvat: croato), che faceva parte della divisa delle milizie croate, al soldo di Luigi XIV . Aveva un significato romantico: si trattava del dono fatto da mogli, fidanzate e amanti ai soldati che partivano per la guerra in territori lontani. Legata al collo, era testimonianza di legame e segno di fedeltà verso la donna amata.
Verso la prima metà del XVII secolo i soldati croati ottengono grande successo nelle guerre e la cavalleria croata diviene famosa in tutta Europa, con il suo caratteristico accessorio, che diviene pertanto un simbolo di cultura ed eleganza anche tra la borghesia.

Tuttavia, essa affascina in primo luogo re e cortigiani irrimediabilmente. Nel 1661 infatti Luigi XIV istituisce la carica di “cravattaio” del re, gentiluomo che ha il compito di aiutare il sovrano ad abbellire ed annodare la Cravatta. Successivamente, anche la duchessa di La Vallière, favorita del re, viene rapita da questa moda, divenendo così la prima donna ad indossare una Cravatta.
Le persone rivaleggiano in audacia ed eleganza, aggiungendo dei merletti e dei nastri di seta. La moda della cravatta si diffonde in tutta Europa. Indossata da ricchi e da dandy, la cravatta ha attraversato secoli e continenti, assumendo sempre nuove forme.
Carlo II Stuart (1630-1685) importa in Inghilterra quest’ultimo vezzo della moda, che impiega davvero pochi anni per conquistare tutta l’Europa e la maggior parte delle colonie sul continente americano, affermandosi quale accessorio parimenti necessario ed indispensabile.
Divenuta parte integrante del costume collettivo, Oscar Wilde (1854-1900), fra gli altri, in una delle sue opere più celebri “L’importanza di chiamarsi Ernesto” ne aveva fatto menzione, scrivendo una frase rimasta storica: “Una Cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita”, che risulta di certo faceta ma anche pregna di significato. In effetti, non era solo una questione di mero costume e bon ton, ma anche culturale, educativa.
Nella seconda metà del 19° secolo, a seguito di innovazioni introdotte dalla rivoluzione industriale anche nel settore tessile, fa la sua apparizione una cravatta più funzionale, più lunga e più stretta. Battezzata “cravatta alla marinara”, questo accessorio entra nella storia e resta ancor oggi la base di partenza da cui è poi nata la cravatta moderna.                   
E’ nel 1926 che un cravattaio di New York, Jesse Langsdorf, ha la brillante idea di tagliare il tessuto della cravatta in diagonale ed in tre pezzi distinti, che in un momento successivo avrebbe provveduto a ricomporre con delle cuciture. Era appena nata la cravatta attuale, identica a quella che conosciamo, e che rispetto alle antenate si presentava lunga, più elastica e stabile, nel senso che non torceva.